I terremoti avvenuti ieri in Italia sono stati distinti e separati da chilometri di distanza. Cosa è successo?
Nelle zone di Sicilia, Marche, Liguria ed Emilia Romagna ci sono state diverse scosse di terremoto. Ognuna distante dall’altra da troppii chilometri di distanza ma stranamente accomunate da un dato: ben 7 dei terremoti ieri avevano una magnitudo oltre 3, quando si contano solitamente circa 150-200 eventi di magnitudo tra 3 e 4.
Un dato particolare
Nella giornata del 22 settembre, nel giro di poche ore la terra ha tremato in Italia, in zone ben distinte. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha registrato le scosse che hanno colpito il Paese, da nord a sud. Dalle scosse avvertite tra Marche e Abruzzo a quelle avvenute qualche ora dopo nella zona di Genova.
I terremoti avvenuti sono stati stranamente separati da troppi chilometri di distanza per poter avere un collegamento tra loro. Ogni terremoto è avvenuto ieri a causa di meccanismi diversi “e gli effetti di un sisma sulle faglie vicine si sentono al massimo a qualche decina di chilometri di distanza”, come spiegano gli esperti.
In media in un anno ci sono tra 15 e 20mila scosse; in casi come quello del terremoto di Amatrice (2016) si è arrivati a 100mila scosse in un anno. I terremoti di magnitudo tra 3 e 4 sono 150-200 all’anno (circa uno ogni 48 ore), quindi quella di ieri resta una giornata molto particolare: sono state avvertite ben 7 scosse con un magnitudo superiore a 3.
Eventi non sempre costanti
Secondo Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, questo evento non ha nulla di eccezionale se si considerano i numeri. Ci sono periodi in cui l’attività sismica è più intensa e altri meno, ma stando ai dati in grandi linee le analisi sull’accaduto non sembrano preoccupanti. Questi episodi non sono sempre collegati fra loro, “forse allora c’è un meccanismo che agisce su scala globale e favorisce la liberazione di energia nella crosta terrestre dove si è raggiunta una instabilità critica”.
Lo scienziato propone di focalizzarsi sulle oscillazioni della velocità di rotazione della Terra, o sulle variazioni della forza gravitazionale esercitate dalle maree solide prodotte dalla Luna e dal Sole, che agiscono in maniera non sempre costante sulla crosta terrestre. “Quando il pianeta rallenta (questione di millisecondi), aumenta l’azione di freno sul guscio esterno della Terra. Ci sono punti della crosta che sono vicini a una soglia critica, sono pronti a scattare”, conclude.
L’Italia ad alto rischio sismico
Acausa della sua particolare posizione geografica, l’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo. La frequenza dei terremoti di forte entità che hanno sempre interessato il territorio, hanno provocato anche conseguenze a livello sociale ed economico sul Paese. Essenso situata nella zona di convergenza tra la zolla africana e quella eurasiatica, l’Italia è sottoposta a forti spinte compressive. Non è facile in questo momento prevedere ulteriori eventi di entità sismica.